Il nuovo stadio per Milan e Inter? Facciamolo alla Darsena...
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Il nuovo stadio per Milan e Inter? Facciamolo alla Darsena…

Stadio San Siro

Dopo anni di dibattito, c’è una sola certezza: il dossier-San Siro sta diventando un incredibile pasticcio politico, tra proposte fatte per prendere in giro e altre che lo sembrano

Seduta del Consiglio Comunale di Milano del 28 marzo 2023. A Palazzo Marino (dove sono stati visti all’opera consiglieri personaggi storici come Filippo Turati e Benito Mussolini, per citarne solo due tra i molti) prende la parola Alessandro Giungi, esponente Pd notoriamente contrario all’idea del nuovo stadio. Il consigliere Dem sceglie la via dell’ironia e propone di edificare il nuovo impianto sulla montagnetta di San Siro, citando poi anche l’Arena Civica, nel caso di stadi ne servissero due, uno per il Milan e l’altro per l’Inter.

Lautaro Martinez
Lautaro Martinez

Dopo anni di dibattito pubblico molto intenso, non è ancora chiaro nemmeno quanti stadi si immagini nel futuro di Milano. Uno, due, tre? O magari nessuno, vista l’ipotesi dei club di emigrare fuori porta. Mah. C’è da dire che la provocazione di Giungi non è poi così bizzarra, rispetto alle ipotesi fatte (sul serio) fino a qui, dai due stadi-gemelli, uno accanto all’altro, alla conversione di San Siro in un impianto da arrampicata, fino all’ultima boutade: edificare un nuovo impianto al posto dell’ippodromo La Maura, in piano Parco Agricolo Sud.

Se questo è il tono della discussione, ci permettiamo anche noi di avanzare qualche proposta:

Lo stadio alla Darsena

Qual è il simbolo migliore della Milano del post-Expo, quella un po’ fighetta e nel contempo democratica? Ma ovviamente la Darsena, che coi suoi mattoni a vista a qualcuno ricorda l’Esselunga e ad altri però fa venire in mente il mitico Old Trafford di Manchester, casa dello United. Pensa che roba lo stadio galleggiante! Troppo giusto, avremmo esclamato ai tempi dei paninari, nella Milano da bere.

Lo stadio del decentramento

Si è detto dell’Arena Civica, in pieno centro città. E’ l’unico impianto sportivo situato nel Municipio 1, dove votano Pd anche i miliardari (soprattutto loro). Il vecchio San Siro già si trova sul territorio del Municipio 7, quindi non resta che tirarne su altri sette, così da soddisfare le esigenze di ciascuna delle nove zone del decentramento. E così, potendo ospitare a turno il Milan e l’Inter nelle loro sfide di campionato e coppa, si capirà finalmente il senso di avere nove parlamentini in una città così piccola, rispetto a Roma.

Lo stadio fuori porta (a Torino)

L’ipotesi che metterebbe tutti d’accordo? E’ presto detta: aspettare che la Juventus venga disintegrata dalle sue vicissitudini giudiziarie e subentrare nella gestione dello Stadium. Certo, andare ogni volta a Torino non sarà comodissimo, per i tifosi residenti a Milano e provincia, ma la sconfitta (definitiva) degli eterni rivali bianconeri farebbe felici entrambe le tifoserie.

Lo stadio diffuso

Ma perché costringere Milan e Inter a una cosa così retrò come uno stadio sempre uguale a se stesso, che poi magari tocca aspettare un secolo per abbatterlo (San Siro docet)? Il modello delle leggendarie week milanesi, dalla settimana della moda al Salone del Mobile funziona benissimo: tanto vale imitarlo! A turno, i rossonerazzurri si esibiranno nei vari campi di quartiere, da Quarto Oggiaro a Crescenzago. Certo, gli spettatori dovranno un po’ stringersi, ma si eviterà nuovo consumo di suolo e il business delle salamelle alla griglia toccherà vette altrimenti inimmaginabili.

Rafael Leao
Rafael Leao

Lo stadio virtuale

Non sarà sfuggito a nessuno che, mentre noi discutiamo, il calcio italiano versa in una crisi tremenda e anche quello internazionale non sta poi benissimo. Gli spettatori sono in fuga e i giovani vi si stanno allontanando: le neuroscienze ci spiegano che, nell’era dei social, uno show che dura ben 90 minuti è percepito come una noia mortale, da cervelli ammaestrati dai video-lampo di TikTok. Tanto vale che la partita la si veda da remoto, collegandosi via Zoom. E da lì sarebbe semplice passare a un pratico menù on demand: vuoi vedere solo un’accelerazione di Leao o un dribbling di Osimhen? Pagherai solo quello, restando connesso per il tempo strettamente necessario.

Abbiamo esagerato? Abbiamo commesso il grave errore di scherzare con il calcio che, come giustamente affermava Arrigo Sacchi, è “la cosa più importante delle cose meno importanti”?

Può darsi, ma siamo stati clamorosamente dribblati dalla realtà. Qualcuno, per favore, metta fine a questo stillicidio e tiri fuori una soluzione degna di questo nome. Ad oggi, il quadro ci costringe a un’altra citazione, questa volta di Ennio Flaiano: “La situazione è grave, ma non seria”.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023 17:35

Dipendenze negli adolescenti: oltre 2 milioni a rischio

nl pixel